Le Musiche originali di Matteo Musumeci per “Sabbie mobili” lo spettacolo evento del Teatro Stabile di Catania. Stasera la Prima !
Questa sera al Teatro Stanile di Catania h 21 debutta lo spettacolo “Sabbie mobili ” di Domenico Trischitta , protagonista Guia Jelo.
Le musiche originali dello spettacolo sono state composte per la speciale occasione dal compositore Matteo Musumeci ed eseguite dal quartetto d’archi Sikelikos.
http://www.teatrostabilecatania.it/tsc/sabbie-mobili/
SABBIE MOBILI
di Domenico Trischitta
regia Massimiliano Perrotta
scene Giovanna Giorgianni
costumi Rosy Bellomia
musiche Matteo Musumeci
con Guia Jelo, Fulvio D’Angelo,
Raniela Ragonese, Roberta Andronico, Lorenza Denaro
produzione Teatro Stabile di Catania
Bellezza prorompente e mediterranea, Daniela Rocca fu notata dall’attore Saro Urzì durante un concorso di bellezza a Catania. A Roma incontrerà Pietro Germi: …”ho conosciuto Germi in una trattoria, da Gino in via Rasella…quando ho visto che stava seduto al tavolo di fronte ho deciso che avrei dovuto conoscerlo…”.
Chissà cosa si erano veramente detti i due quella sera, di certo cominciarono a frequentarsi, forse ad amarsi. Da lì l’idea di sceglierla come protagonista per farle interpretare Rosalia, moglie del barone Cefalù, il quale farà di tutto per liberarsene, fino ad inventarsi un delitto d’onore.
Di quell’esperienza ricordiamo alcuni episodi che funestarono l’ambiente del set: il tentato suicidio dell’attrice e l’ictus che colpì Germi e lo costrinse ad interrompere le riprese per sei mesi. Amore e morte si mescolano. Quello è il periodo più intenso dell’attrice catanese, dall’inizio del rapporto con il regista fino all’uscita del film, solo un bagliore di luce rappresentato da un’intervista rilasciata al festival di Venezia a Lello Bersani: “…adesso spero di dimostrare tutto il mio valore, penso che “Divorzio all’italiana” sia solo l’inizio…chissà se qualche regista si è accorto di me?”.
Invece fu solo la fine.
Daniela Rocca girò altri due film degni di nota, “L’attico” e “La noia”, dove sono già evidenti i primi segni della follia che la devasteranno fino alla fine della sua esistenza. Bellocchio la richiamò nel 1977 per “La macchina del cinema”, apparizione tristissima che ce la restituisce nell’interpretazione di se stessa, a mostrare a tutti il fenomeno da baraccone che era diventata.
Da quel momento la sua vita entrò in un vicolo cieco. Iniziò la parabola discendente, fatta di ricoveri più o meno lunghi in case di cura per malattie mentali. Nel giro di pochi anni perse un patrimonio consistente, due appartamenti, compreso quello immenso e panoramico di Monte Mario. Entrò nell’inevitabile dimenticatoio. Il malessere e il disagio esistenziale l’avevano trasformata fisicamente. Passò gli ultimi anni in una casa di cura a Milo, alle falde dell’Etna, a sognare continuamente il mare della sua infanzia, quello della stazione di Catania, e il fantasma di Germi.
Un omaggio tutto catanese alla parabola esistenziale di una fragile donna che prova l’ascesa e la caduta, il successo e la solitudine. E che grazie a Guia Jelo rivivrà ancora una volta sulla scena.